Ritiro intensivo di Meditazione Vipassana: cosa aspettarsi?
Ogni persona è diversa
Alcune persone affrontano queste esperienze con facilità.
Per altri, invece, può essere un’esperienza intensa e difficile da portare a termine.
Non posso raccontarti le esperienze degli altri, ma posso condividere qualche riflessione legata alle mie esperienze.
Come una medicina amara
Al mio primissimo ritiro ho conosciuto una persona che faceva ritiri già da molti anni, eppure mi disse proprio che ogni volta, a inizio ritiro il pensiero “chi me lo ha fatto fare” gli passava per la mente.
Questo ti dà un'idea di come io (e molti altri) viviamo questa esperienza: so che è un’attività che ridurrà significativamente la sofferenza nella mia vita, ma quando la mente si rende conto che il ritiro intensivo sta per iniziare, vorrebbe scappare.
Quindi è proprio come prendere una medicina amara.
Questo accade perché nella vita di tutti i giorni tendiamo a distrarci da ciò che ci fa soffrire. Durante un ritiro, però, sappiamo che non ci saranno distrazioni a cui aggrapparci, e la mente vorrebbe fuggire a tutta velocità.
Osservare la sofferenza per capirla
È proprio il restare e osservare tutte le tendenze che la mente scatena in questa situazioni che ci permette di capire meglio da dove arriva la sofferenza e abbandonarla.
La mente è abitudinaria, quindi le tendenze presenti durante un ritiro intensivo non sono per nulla diverse dalle tendenze che la mente manifesta durante la vita di tutti i giorni.
È anche abbastanza logico se ci riflettiamo: non posso trascendere la sofferenza se non la osservo e ne capisco la provenienza.
I primi giorni
Di solito, per me e per molti altri, i primi giorni di ritiro sono i più difficili, perché le tendenze della mente a distrarsi sono ancora molto forti e la mente è irrequieta.
Pensa a quando ti annoi o soffri durante la giornata: probabilmente hai la tendenza a prendere un libro, accendere la TV, ascoltare musica, controllare il cellulare o fare una passeggiata. La lista potrebbe essere lunga, ma il punto è che trovi qualcosa per distrarti.
In ritiro, però, dobbiamo restare con ciò che è presente, senza scappare. Se pratichiamo con costanza, la resistenza verso l'esperienza si riduce gradualmente, e anche la sofferenza diminuisce.
Cosa c’è di cosi oltragioso nello star seduti consapevoli del respiro?
Se ci riflettiamo un attimo, diventa chiaro quanto tutto ciò non abbia senso: perché è così difficile stare seduti a osservare consapevolmente il respiro e i vari fenomeni che si presentano?
Nessuno ci sta chiedendo di fare qualcosa di terribile, anzi. Siamo in un ambiente tranquillo, riceviamo cibo (spesso anche molto buono) e ci viene solo chiesto di osservare consapevolmente ciò che accade.
A casa, probabilmente, ci aspetta una vita MOLTO più frenetica, piena di eventi che preferiremmo evitare, eppure restare lì con la nostra esperienza, qualunque essa sia, risulta spesso difficile.
Forse è proprio l’abitudine della mente a resistere alle cose il vero problema? 😅
Non spaventarti
Non vorrei però spaventarti, un ritiro intensivo non è solo sofferenza e irrequietezza, anzi, una volta superati i primi giorni, la mente potrebbe calmarsi, la concentrazione salire, e potrebbe aprirsi qualcosa.
Potremmo iniziare a diventare consapevoli di fenomeni a cui generalmente non prestiamo attenzione, e questi fenomeni ci fanno capire meglio la realtà che ci circonda e come smettere di soffrire.
Queste esperienze possono essere accompagnate anche da stati di beatitudine e calma come mai abbiamo provato prima.
Però non lasciarti fuorviare: non siamo in ritiro per inseguire questi stati (seppur belli), ma per capire meglio i meccanismi della mente, di modo da abbandonare comportamenti che provocano sofferenza.
Come prepararsi ad un ritiro intensivo?
Se non hai esperienza
Se non hai mai praticato meditazione di consapevolezza, ti suggerisco innanzitutto di imparare una tecnica e praticarla ogni giorno.
Uno dei motivi per cui ho creato il mio corso online è proprio per aiutare chi non si sente ancora pronto per un ritiro intensivo a muovere i primi passi in questa pratica.
Il motivo è semplice: se non riesci a meditare nemmeno per 10, 20 o 30 minuti a casa, come pensi di sostenere 12 ore (o più) al giorno di pratica intensa?
se già pratichi
Se invece conosci già una o più tecniche e pratichi regolarmente, ti consiglio di aumentare il tempo dedicato alla pratica nei giorni, o meglio ancora nelle settimane, che precedono il ritiro.
Ad esempio se normalmente pratichi meditazione per 30 minuti al giorno, riesci ad incrementare a 45 minuti? 60? Oppure fare due sessioni da 30 minuti?
Questo ti aiuterà ad arrivare con una mente meno agitata, permettendoti di andare più in profondità e ottenere benefici maggiori dall'esperienza.
Un corso online come quello che propongo può essere un ottimo pretesto per praticare di più e per ripassare un po’ di teoria.
Parlo per esperienza
Prima di un ritiro che ho fatto l'anno scorso, ho intensificato molto la mia pratica a casa, a inizio ritiro la mente era più calma ed equanime, e durante il ritiro i risultati si sono fatti sentire: sono riuscito a riconoscere alcune tendenze che causavano molta sofferenza e le ho abbandonate completamente.
Al contrario, se penso a un ritiro che ho fatto di recente, dove sono arrivato con una mente molto agitata, posso dire che è stata un'esperienza piuttosto travagliata. Ha comunque portato grandi benefici, ma non così profondi come quelli che avrei potuto ottenere se avessi praticato con maggiore diligenza prima del ritiro.
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