Che postura tenere?

Soprattutto quando si inizia, è comune chiedersi qual’è la giusta postura per meditare.

Non è importantissimo che postura usiamo, ma più l’atteggiamento con cui la manteniamo.

Ad esempio, se non riesco a stare in ginocchio, a gambe incrociate, o nella posizione del loto/mezzo loto, va benissimo usare una sedia.

L’importante è mantenere una posizione ben eretta, ma allo stesso tempo non devo essere troppo rigido o contratto, ne’ stare in tensione.

Comodo, ma non troppo comodo.

Mente e corpo si influenzano

La mente e il corpo si influenzano a vicenda.

Se mi metto a meditare seduto al divano, e mi lascio andare sullo schienale, starò molto comodo, e probabilmente non ci saranno tensioni. Ma starò cosi comodo, che presto inizierò a sentire la sonnolenza crescere, mantenere consapevolezza e attenzione diventerà sempre più difficile, è probabile che io finisca per addormentarmi se non so come contrastare la sonnolenza.

Se invece mi metto a sedere su una sedia, e mi sforzo a star dritto, tenendo i muscoli in tensione, creo una tensione anche nella mente, la mente gradualmente inizierà a respingere sempre più fortemente questa situazione, e anche in questo caso mantenere la consapevolezza sarà difficile.

È importante quindi mantenere una posizione in cui la schiena stia ben dritta, di modo da istillare vigilanza nella mente, ma senza avere tensioni e contrazioni non necessarie.

La salute prima di tutto

Se però soffro di problemi di salute, che non mi permettono di mantenere una postura come descritta sopra, va bene usare una qualsiasi postura che riesco a mantenere per periodi di tempo prolungati, e che non arrechi danni permanenti al mio corpo.

Dolore, pruriti, fastidi varii: come comportarsi

Come già detto in precedenza, corpo e mente si influenzano a vicenda, se ad ogni minimo dolore/prurito/fastidio mi muovo, mi sposto, e mi aggiusto, non sto facendo altro che alimentare agitazione mentale.

Idealmente dovrei muovermi il meno possibile, meglio se riesco a rimanere del tutto immobile per tutta la sessione, questo perchè anche in questo caso, il corpo influenza la mente, un corpo fermo genera calma nella mente, e una mente calma è in grado di osservare meglio.

Se compare un dolore è un ottimo momento per osservare il mio rapporto col dolore, e capire meglio la mia reazione ad esso, a patto che il dolore che sto provando non sia un indicatore di reale pericolo per la mia salute.

Se il dolore che provo è temporaneo, e sparisce rapidamente una volta cambiata postura, allora è un dolore che posso osservare in tranquillità.

Se il dolore che provo è un dolore che indica un danno al mio corpo (anche se non permanente), allora è meglio cambiare posizione.



Posizioni

Di seguito alcune posizioni che è possibile usare per meditare.

Personalmente medito principlamente in “Seiza”, occasionalmente uso una panchetta per meditazione, e raramente (quando ho problemi alle ginocchia) su una sedia.



Ripetizione

Una volta che hai trovato un modo di sederti per meditare che fa al caso tuo, ti consiglio di continuare a usare quello per un pò (mesi, meglio se anni).

Questo perchè la mente crea delle associazioni, e assocerà quella posizione alla pratica di essere consapevole ed osservare, e di conseguenza sarà più facile non perdere di vista quello che stai facendo mentre mediti.

Eventualmente è importante portare la consapevolezza a tutte le aree della tua vita, ma se sei un/a principiante, e pensi che un aiuto extra possa fare al caso tuo, tieni a mente questo suggerimento.

Niente scuse

Non renderla una scusa però!

Se per qualche motivo non puoi meditare nella tua posizione preferita, non vuol dire che è una buona idea saltare la sessione di meditazione, anzi! Ogni tanto introdurre delle situazioni nuove ci può aiutare a portare consapevolezza in aree nuova.



Dove?

È meglio praticare in un luogo tranquillo, lontano da rumori e persone. Infatti, mente e corpo si influenzano a vicenda: suoni e altri stimoli sensoriali possono agitare la mente.

Se possibile, meditare sempre nello stesso posto è un vantaggio. La mente crea un'associazione con il luogo e la consapevolezza arriva più spontaneamente.

Anche qui, niente scuse! Non rinunciare mai alla meditazione se il tuo luogo solito preferito non è disponibile o se ci sono rumori. In questi casi, sfrutta l'occasione per osservare come la mente reagisce alla nuova situazione.

Con l’esperienza il luogo in cui mediti diventa sempre meno importante.