Il dolore (anche cronico) e la Meditazione
Forse sei arrivato qui perché ti stai chiedendo cosa fare quando si presentano dolori fisici durante la tua sessione di meditazione.
Oppure hai sentito dire che la meditazione può aiutare con i dolori cronici.
Procediamo con calma, un passo alla volta.
Come trattare il dolore fisico durante la meditazione
Quando insegno Vipassana, una domanda che molti studenti mi fanno è: “Dopo 20 minuti che sono seduto a meditare inizio ad avere dolori, cosa faccio?”
La mia risposta è sempre: “Dipende”.
Se il dolore è di quelli che potrebbero causare danni, ad esempio se la schiena rimarrà dolorante per i prossimi due giorni, allora è il caso di cambiare posizione e trovarne una più comoda.
Con una pratica di consapevolezza come la Vipassana vogliamo osservare tutto, incluso il dolore, ma non ha senso farci del male fisicamente.
Se invece il dolore che è comparso è del tipo che, una volta alzati dalla seduta di meditazione, scompare in pochi secondi o minuti, allora ti invito ad osservarlo.
Osservare il dolore
Cosa significa osservare il dolore? Chiunque abbia appreso le basi di una pratica di consapevolezza come la Vipassana o la Mindfulness sa che tutto ciò che accade nella nostra esperienza è un'occasione per comprendere meglio i meccanismi interni che governano la nostra mente.
Il dolore non è un'eccezione.
Tendenzialmente, la nostra mente è condizionata a respingere tutte le sensazioni “negative”, e, sedendoci ad osservare il dolore, possiamo notare questa tendenza in azione. Cosa ci può insegnare?
Questo non significa che dobbiamo sopportare tutti i dolori che compaiono nel nostro corpo. Anzi, se emerge un dolore che ci preoccupa, è giusto cercare il supporto di un medico.
Ma, allo stesso tempo, se hai mai meditato, avrai notato come la mente inizi a preoccuparsi e a voler respingere anche il più insignificante dei dolori.
Che succede? Perché? È davvero il dolore il problema, o è forse la nostra tendenza a spingerlo via?
Queste domande sono un invito a investigare dentro di te.
Lo so, non è facile
Capisco perfettamente che, se tu che stai leggendo non hai mai affrontato una cosa del genere, possa sembrare qualcosa di insensato o una tortura gratuita. Non cerchiamo forse la calma attraverso la meditazione? Come puoi dirmi di sedermi con il dolore e osservarlo?
Lungo il mio percorso di meditazione, ho incontrato un insegnante che, durante un momento di particolare sofferenza, mi ha detto una frase semplice, che ho subito sentito come vera e ovvia: “Non puoi superare la sofferenza se non la osservi e impari da essa.”
Se ci pensiamo, è ovvio: tutte le difficoltà che affrontiamo nella vita possono essere superate solo se le affrontiamo.
Un passo alla volta
Questo non vuol dire che adesso devi forzarti a meditare immobile per 2 ore e sopportare dolori intensi. Se non l'hai mai fatto, farai fatica a completare anche solo una sessione di 20 minuti, e va benissimo così.
L'approccio che suggerisco a tutti i miei studenti è di trattarsi con gentilezza.
Cosa significa? Significa che, se non sei abituato a sedere con il dolore, riuscire a non muoverti anche solo per 15-20 minuti è già un traguardo da celebrare.
Piano piano vedrai che, se continui a osservare e imparare dalle tendenze che emergono nella tua mente, diventerà naturale sedere immobile anche per periodi più lunghi.
Vale anche per altri tipi di sofferenza
In questo articolo sto parlando principalmente di dolori fisici, ma ciò che ho spiegato poco fa vale per qualsiasi tipo di sofferenza.
Spesso tendiamo a rifugiarci nelle distrazioni per scappare da ciò che ci fa soffrire, ma se invece affrontiamo cosa abbiamo davanti consapevolmente, eventualmente quella sofferenza diminuirà.
Anche in questi casi, un passo alla volta.
La meditazione aiuta anche con i dolori cronici?
Accettazione
Avrai capito da quel che ho detto sui dolori in meditazione, che una componente importante di questo processo è l’accettazione: sedendo col dolore capisco le tendenze della mia mente, e di conseguenza gradualmente queste tendenze perdono intensità.
Questo è un concetto che possiamo applicare a qualsiasi tipo di dolore fisico, quindi ci viene in aiuto anche nel caso di dolori cronici.
La doppia freccia
Nel Buddhismo si usa spesso l’esempio della doppia freccia quando si parla di dolori fisici.
Immagina di essere colpito da una freccia: il dolore fisico sarà inevitabile. Ma se la mente reagisce a questa esperienza, sarà come se una seconda freccia ti colpisse nello stesso punto, facendoti sperimentare un dolore molto più intenso.
Se, attraverso una pratica di consapevolezza, riusciamo a comprendere appieno cosa provoca la seconda freccia, possiamo liberarcene del tutto.
In alcuni casi…
In alcuni casi, se persistiamo nell’osservare e capire cosa è presente, possiamo scoprire che quel dolore cronico, quando non ha più cause fisiche, è in realtà qualcosa di diverso da quello che pensavamo, e questo potrebbe trasformare l’esperienza di dolore, o addirittura farla sparire del tutto.
Non pratichiamo per liberarci del dolore
Quello che ho scritto finora potrebbe farti venire in mente un’idea: “Mi metto a meditare così mi libero dei miei dolori”.
Questa è una trappola in cui la nostra mente potrebbe cadere, e che non porterebbe al risultato sperato.
In questo articolo ti ho parlato, tra le altre cose, di accettazione. Ma se meditiamo con l’intenzione di liberarci di qualcosa, non stiamo forse cercando di allontanare una parte della nostra esperienza?
In questo caso, staremmo solo rafforzando la tendenza mentale da cui vogliamo liberarci, che è l’opposto dell’accettazione.
È quindi importante, quando ci sediamo a meditare, fare attenzione alla nostra attitudine: sto cercando di andare da qualche parte, o mi siedo a meditare con l’intenzione di osservare ciò che è presente?
Non lasciarti scoraggiare
Meditare con l’attitudine sbagliata capita anche ai meditanti più esperti, ma è proprio questa la forza di una pratica di consapevolezza: se porto attenzione a ciò che è presente, alla fine riuscirò a individuare (se c'è) anche un’attitudine sbagliata e la lascerò andare.
La scienza supporta quanto detto finora
Ci sono innumerevoli studi e teorie scientifiche che supportano la tesi di riduzione del dolore attraverso una pratica di consapevolezza come Vipassana e Mindfulness, ti lascio qui dei link, se desideri approfondire:
Dolore e percezione - Commissione Europea: https://projects.research-and-innovation.ec.europa.eu/en/horizon-magazine/pain-and-perception-exploring-mind-body-connection-treating-chronic-pain
Mindfulness e riduzione del dolore - NIH (questo studio tra l’altro menziona il concetto di prima e seconda freccia di cui parlavo poco prima): https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4941786/
Vipassana e dolori cronici alla schiena - NIH: https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC2900099/
Cercando in rete ne troverai molti altri.
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